Andrea Bordoli, Andrés Baron, Jeannette Muñoz, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Ben Rivers
a cura di Jessica Macor e Yimei Zhang
Vernissage sabato 18 settembre alle 18:00
Orari di apertura: da venerdì a domenica dalle 15:00 alle 19:00
e su appuntamento scrivendo a: direzione@larada.ch
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Andrea Bordoli, Andrés Baron, Jeannette Muñoz, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Ben Rivers
curated by Jessica Macor and Yimei Zhang
Opening on Saturday September 18 from 6pm.
Opening times: Fri-Sun from 3pm to 7pm
and on appointment: direzione@larada.ch
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Persistenze è un’esposizione di film d’artista realizzati in pellicola 16mm, un formato instabile e soggetto alla decomposizione. Dall’estetica delle rovine all’approccio stratificato della storia, dalla meditazione sulla distruzione al trompe l’oeil, le opere esposte propongono una riflessione sulle possibilità di percezione dello scorrimento temporale attraverso l’osservazione dei cambiamenti di luoghi e paesaggi.
Come è ormai noto, il mondo del cinema e dell’immagine in movimento in generale ha attraversato negli ultimi 20 anni un processo di digitalizzazione massiva, rendendo obsoleto, costoso e più difficoltoso l’impiego della pellicola per la realizzazione di film. Tuttavia, più questo processo di smaterializzazione delle immagini avanza, più alcuni autori, soprattutto coloro che evolvono a partire dagli anni 2000 nell’interstizio poroso tra cinema sperimentale e installazione d’arte contemporanea, persistono nel ricorrere alla pellicola 16mm, quasi come un atto di resistenza. Cosi facendo, questi artisti questionano i processi di trasformazione fisica e cognitiva di luoghi e paesaggi a noi familiari tramite l’uso di un formato esso stesso volto a diventare rovina per via della fragilità del suo materiale.
Tuttavia, non si tratta semplicemente di un’operazione nostalgica fine a se stessa, ma in tutte le opere esposte si può cogliere infatti l’influenza della visione di Robert Smithson sulla percezione delle rovine: non un simulacro immobile del passato, ma un’opportunità di riflessione sulla dinamicità e sul divenire del mondo che ci circonda.
Siccome la proiezione in pellicola è diventata una pratica sempre più rara negli ultimi anni, questa ha recuperato la sua dimensione auratica, nel senso benjaminiano del termine. I film in pellicola diventano infatti sempre più degli oggetti unici, il cui supporto materiale cambia di copia in copia, in base allo stato di conservazione e d’usura. Durante l’esposizione si potrà quindi assistere al “ciclo di vita” di una pellicola: a forza di attraversare il proiettore e il looper, alcuni colori muteranno, graffi e segni nuovi appariranno, facendo eco alla degradazione dei muri degli edifici filmati, all’evoluzione dei paesaggi, al senso di transitorietà dell’immagine, aprendo squarci che ispirano nuove interpretazioni e possibili alternative.
In Sack Barrow, l’artista inglese Ben Rivers (Somerset, 1972), documenta i gesti dei sei operai di una piccola fabbrica a conduzione famigliare della periferia di Londra prossima alla chiusura dopo 80 anni d’attività. Anni e anni di processi chimici e minerali hanno finito per trasformare questo luogo in un mondo a parte, liquido e spettrale.
Il giovane cineasta e antropologo ticinese Andrea Bordoli (Stabio, 1990) propone in anteprima alla rada il suo film Stabulum, in cui esplora la natura ambivalente del paesaggio di Stabio, comune alla frontiera tra Italia e Svizzera in cui è cresciuto, a metà tra un passato agricolo e pastorale e un presente di infrastrutture industriali e reti di trasporto.
Andrés Baron (Bogotà, 1986), fotografo e cineasta colombiano stabilitosi a Parigi, sviluppa la sua pratica artistica come un’investigazione sui diversi livelli di lettura dell’immagine, per ricontestualizzarla e sviarne i codici e le convenzioni. Folded landscape (El Páramo) è un piccolo trattato sull’immagine come trompe l’oeil: un paesaggio diventa immagine fissa, che a sua volta diventa immagine in movimento.
Jeannette Muñoz (Santiago del Cile, 1967) pratica l’arte del frammento e della nota visiva per creare opere in divenire. Puchuncaví (where the fiestas end) è l’esplorazione di un luogo che porta in sé le tracce della sua trasformazione durante i secoli: crocevia di strade Inca, passato tra le mani dei colonizzatori Spagnoli, diventato un centro balneare all’epoca di Allende, campo di concentramento durante la dittatura di Pinochet e infine, in anni più recenti, destinazione turistica e centro industriale.
Partendo dal quotidiano come luogo di ricerca, il duo svizzero Taiyo Onorato & Nico Krebs (Zurigo e Winterthur, 1979) crea immagini fisse e in movimento in cui realtà e finzione collidono. Il loro film Fire, girato in un unico piano su una sola bobina di pellicola 16mm, apre una riflessione sulla nozione di durata e sul tempo necessario ad un atto di distruzione.
Jessica Macor (Como, 1990, vive e lavora a Parigi)
Ricercatrice, programmatrice e curatrice nell’ambito del cinema e dell’immagine in movimento, specializzata nelle forme ibride, documentarie e sperimentali. Oltre alla curatela di mostre e rassegne di video e cinema (La materia dell’immagine digitale: personale di Jacques Perconte – Milano 2015, Boom cut guérilla – Marsiglia 2016, personale di Emmanuelle Negre – Parigi 2018, Archivi del Festival des Cinémas Différents et Expérimentaux de Paris – Parigi 2018), ha collaborato con numerosi festival e istituzioni nazionali e internazionali, tra cui: Cinéma du réel – Centre Pompidou, FIDMarseille, Collectif Jeune Cinéma, e più recentemente con il Locarno Film Festival.
Dal 2015 prepara una tesi di dottorato all’università Sorbonne Nouvelle – Paris III.
Yimei Zhang (Guiyang, Cina, 1990, vive e lavora a Locarno)
Curatrice indipendente, fotografa, coordinatrice e mediatrice in progetti di scambi artistici e culturali, si è laureata presso il Dipartimento di scenografia d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano nel 2014. Nello stesso anno, ha iniziato gli studi di master e si è laureata nel 2017 in Nuove tecnologie d’arte all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha partecipato a diversi progetti tra cui residenze, esposizioni e fiere d’arte, mettendo in relazione scene artistiche di diverse zone geografiche, lavorando tra Svizzera, Italia e Cina. Nell’estate del 2016, ha fondato Fuzao Studio, Milano, la cui attività è caratterizzata dalla produzione di libri d’artista, che vengono presentati ogni anno in fiere di settore sulla scena internazionale; nel 2020 è stata selezionata come fotografa per il catalogo d’artista di Marta Margnetti ‘e improvvisamente scossa da una forza’ pubblicato dal MASI di Lugano.
Dal 2021 fa parte del gruppo direttivo de la rada, spazio per l’arte contemporanea, come co-direttrice.
Process for a Film di Jeannette Muñoz, performance di expanded cinema in pellicola 16mm
19 settembre 2021 alle 16:00, Bi12, Biennale dell’Immagine, Chiasso, Sede ABi – Vicolo dei Chiesa 1, 6830 Chiasso
Performance di cinema espanso in cui diverse pellicole 16mm vengono manipolate, montate in diretta e proiettate seguendo vari processi di deformazione in un’atmosfera intimista. La struttura musicale della performance permette ai fotogrammi di sfuggire al dispositivo di proiezione convenzionale.
Workshop Pellicola 16mm
Durante l’ultima settimana dell’esposizione, l’artista italo-sloveno Tomaž Burlin (1977, Koper/Capodistria) terrà un workshop di iniziazione alla pratica cinematografica in 16mm con gli studenti del CISA di Locarno. Il materiale filmico prodotto in questo contesto verrà mostrato sotto forma di performance di expanded cinema durante il finissage della mostra alla rada, sabato 16 ottobre 2021 alle 19:30.
Mostra realizzata con il gentile contributo di:
Landis & Gyr Stiftung, Fondazione Pro Helvetia, Erna und Curt Burgauer Stiftung, Ernst Göhner Stiftung.
L’esposizione è parte di Glob0, programma espositivo de la rada 2021. Il programma annuale ha il sostegno di: Municipio di Locarno, Repubblica e Cantone Ticino, Migros Kulturprozent. Si ringrazia in particolare Michele Tognetti per il costante supporto.
Si ringraziano inoltre i partners organizzativi di Persistenze: CISA (Conservatorio Internazionale Scienze Audiovisive, Locarno), Bi12 Biennale dell’Immagine (Chiasso), Spazio ELLE (Locarno)
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ENGLISH
Persistenze focuses on artist films made in 16mm, a format known for its fragility and decaying properties. From the aesthetic of the ruins to a stratified approach of History, from the meditation on destruction to the trompe l’oeil, the exposed artworks reflect on the possibility of the perception of the passing of time through the observation of the changes undergone by specific places and landscapes.
The world of cinema and moving image in general has gone through a massive digitalization process during the past 20 years: as a consequence the use of celluloid film became more difficult, expensive and obsolete. Despite the spreading of the dematerialization of the images, there are many artists that from the beginning of the 2000s especially those whose work exist in the grey area between experimental cinema and art installation decided to develop their practice using 16mm, almost as a form of resistance. By doing so, they create artworks that are capable of questioning the processes of physical and cognitive transformation of familiar places and landscapes through a medium such as film, that is doomed to become a ruin itself due to the properties of its material support.
By doing so, they capture the processes of destruction and change of familiar landscapes on a material that is itself doomed to ruin. However, this is not a nostalgic operation. In all the artworks exhibited one can grasp the influence of Robert Smithson’s vision of the ruins: not as a static simulacrum of the past, but as an opportunity to observe the dynamics and the becoming of the world.
As the projection of celluloid film has become nowadays an increasingly rare practice, it has recovered its auratic dimension, in the Benjaminian sense of the term. Celluloid prints, due to the frailty of their material, are becoming more and more unique objects, whose unstable support changes from copy to copy, depending on the state of preservation and use.
During the exhibition, one can experience the “life cycle” of a film: by going through the projectors and the loopers, some colors of the films will fade, scratches and new marks will appear, echoing the degradation of the walls of the buildings filmed, the denatured landscapes, the sense of transience of the image, opening up glimpses that inspire new interpretations and possible alternatives.
In Sack Barrow, British filmmaker Ben Rivers (Somerset, 1972), documents the actions of six workers from a small factory in the outskirts of London that is about to close after 80 years of activity. Years and years of chemical and mineral processes transformed this place into a parallel microcosmos, liquid and spectral.
Young director and anthropologist Andrea Bordoli (Stabio, 1990) showcases for the first time at la rada his film Stabulum, that explores the double nature of Stabio’s landscape, a village on the border between Switzerland and Italy where he grew up, suspended between a bucolic past and a present made of industrial plants and transportation infrastructures.
Andrés Baron (Bogotà, 1986) is a Colombian photographer and filmmaker based in Paris. Through his artistic practice he investigates on the different levels of interpretation of the images, by recontextualizing them and hijacking their codes and norms. Folded landscape (El Páramo) is a small essay on the image as trompe l’oeil: a landscape first becomes a still image, then becomes a moving image.
Jeannette Muñoz (Santiago de Chile, 1967) practices the fragment form and the visual note as a structure to create her series of artworks. Puchuncaví (where the fiestas end) is the exploration of a place that carries in itself all the traces of its changes through the centuries: ending point of an ancient Inca route gone through Spanish colonization, it has become a touristic spot during the Allende years and became a camp under Pinochet’s dictatorship. In recent years it evolved into an industrial centre.
Starting from the everyday as their research field, Swiss duo Taiyo Onorato & Nico Krebs (Zurigo and Winterthur, 1979) creates still and moving images where reality and fiction merge. Their film Fire, shot on a sigle 16mm roll, develops a reflection on the notion of duration and on the time needed to accomplish an act of destruction.
Jessica Macor (Como, Italy, 1990)
Researcher, film programmer and curator in the field of cinema and moving image, specialized in hybrid, documentary and experimental forms. She lives and works in Paris since 2009. In addition to curating film and video exhibitions and retrospectives (The matter of the digital image: personal retrospective on Jacques Perconte’s work – Milan 2015, Boom cut guérilla: collective video exhibition – Marseille 2016, Temps de pose: personal exhibition on Emmanuelle Negre’s work- Paris 2018, 20 ans d’archives: Festival des Cinémas Différents et Expérimentaux de Paris – Paris 2018), she has collaborated with numerous national and international film festivals and institutions, including: Cinéma du réel – Centre Pompidou, FIDMarseille, Collectif Jeune Cinéma, Lausanne Underground Film Festival and more recently with the Locarno Film Festival. She is preparing a doctoral thesis at the Sorbonne Nouvelle University – Paris III.
Yimei Zhang(Guiyang, China, 1990)
Independent curator, photographer, coordinator and mediator in artistic and cultural exchange projects, lives and works in Ticino. She graduated from the Department of Art Scenography at the Accademia di Belle Arti di Brera in Milan in 2014. In the same year, she began her master’s studies and graduated in 2017 in New Art Technologies at the Academy of Fine Arts of Brera. She has participated in various projects including artistic residencies, exhibitions and art fairs, linking artistic scenes from different geographical areas, working between Switzerland, Italy and China. In the summer of 2016, she founded Fuzao Studio in Milan, whose activity is focused on the production of artist books which are presented every year at international trade fairs; in 2020 she was selected as photographer for Marta Margnetti’s artist catalog “and suddenly shaken by a force” published by MASI in Lugano. Starting from 2021 she is co-director of La Rada – spazio per l’arte contemporanea.
Process for a Film by Jeannette Muñoz, expanded cinema performance on 16mm film
September 19, 2021 at 4pm, Bi12, Biennale dell’Immagine, Chiasso
Sede ABi – Vicolo dei Chiesa 1, 6830 Chiasso
Expanded cinema performance where the artist manipulates, edits and distorts different 16mm reels, in an intimate atmosphere. The musical structure of the performance allows the frames to escape from the conventional projection setting.
16mm Film Workshop
During the last week of the show, Italian-Slovenian artist Tomaž Burlin (1977, Koper/Capodistria) will direct a workshop on the practice of 16mm film with the students of the CISA in Locarno. The film material produced in this context will be shown as an expanded cinema performance that will take place for the closing of the exhibition at la rada, on Saturday October 16 at 7:30pm.
Exhibition kindly supported by:
Landis & Gyr Stiftung, Fondazione Pro Helvetia, Erna und Curt Burgauer Stiftung, Ernst Göhner Stiftung.
This exhibition is part of Glob0, la rada’s 2021 exhibition program. The annual program is supported by: Municipio di Locarno, Repubblica e Cantone Ticino, Migros Kulturprozent. We particularly thank Michele Tognetti for his consistent support.We thank the organizational partners of Persistenze: CISA (Conservatorio Internazionale Scienze Audiovisive, Locarno), Bi12 Biennale dell’Immagine (Chiasso), Spazio ELLE (Locarno)